Proprio una bella domanda a cui rispondere, proviamo e vediamo che esce fuori.
Sono un paio di anni che non scrivo più qui, non so dare una spiegazione completa, forse in parte è “colpa” dei social network che rendono tutto più immediato rispetto ad un blog.
Eravamo a fine 2015, in attesa di una figlia senza nome fino a pochi minuti dalla nascita, ad oggi Stella. Con un Partito Democratico devastato dall’inchiesta di Mafia Capitale, con la defenestrazione del Sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, ad opera dello stesso PD e di conseguenza l’inizio di una scandalosa campagna elettorale.
Mai vista una campagna elettorale così imbarazzante, una corsa per la sconfitta, una gara in cui i concorrenti cercavano in tutti i modi di farsi battere dagli avversari. Un centro destra spezzettato in più parti per non rischiare di vincere, prendere in mano Roma dopo Alemanno e Marino e con l’inchiesta Mafia Capitale in corso sarebbe stato un suicidio per loro. Un PD che schiera un improbabile candidato Sindaco destinato ad una evidente sconfitta, come del resto è stato. Un 5 Stelle che ha la voglia di governare ma una gran paura di vincere, tanto da dichiarare “c’è un complotto per farci vincere”.
Un PD schiacciato dal commissariamento e dalle vicende di Mafia Capitale e un centro destra strategicamente spezzettato, regalano la vittoria e quindi il governo della città e di quasi tutti i municipi, al Movimento 5 Stelle.
Una nuova classe politica approda al governo di Roma, un insieme di persone totalmente spiazzate dall’incredibile risultato, tanto che non sanno dove mettere le mani e cosa fare. Tanto spiazzati e tanto impreparati che per formare la giunta capitolina ci vuole circa un mese, giunta che però non regge e nei mesi successivi perde pezzi ovunque.
Ormai è passato più di un anno dall’insediamento, le questioni sono chiare, senza scendere in giudizi personali sui personaggi in gioco e senza guardare troppo a questioni come i contratti firmati dagli eletti del movimento, un amministrazione che cambia in così breve tempo i sui dirigenti, le sue figure di riferimento e di fiducia, è di fatto una amministrazione fallimentare. Ci può stare il caso in cui sbagli il personaggio di turno in quello specifico ruolo, ma sbagliarne più di uno in ruoli diversi di fatto sposta le responsabilità dai singoli elementi coinvolti a chi li ha scelti.
Nel frattempo il centro destra, dopo la strategica divisione, si sta ricompattando per tornare più forte alle prossime elezioni. Dato il momento storico che stiamo vivendo e l’ancora debolezza del PD romano, in caso di elezioni anticipate possono avere ottime possibilità di vittoria.
Il PD romano nel frattempo si è riorganizzato, è uscito dal commissariamento, ha perso molti elementi e molti iscritti ma, grazie anche alle vicissitudini del M5S e alle loro frequenti figure barbine, sta recuperando consensi. Nel loro caso, a differenza del centro destra, più tardi si andrà al voto della Capitale e più possibilità di vincere avranno.
Queste più o meno sintetizzate al massimo sono le questioni politiche degli ultimi due anni.
Io in tutto questo non mi sono candidato alle ultime elezioni, decisione altrui a mia insaputa, e a valle di questo ho anche deciso di abbandonare l’attivismo nel PD e non ho rinnovato la tessera. Venendo meno il rapporto di fiducia con le componenti locali, viene meno anche ogni altra forma di collaborazione. Queste vicissitudini non mi hanno portato a cambiare le mie idee, il mio modo di agire e pensare, e non mi hanno portato neanche ad avvicinarmi a schieramenti di cui non condivido la natura, ma le chiacchiere la gente si diverte comunque a metterle in giro, ma come si dice, non è importante come ne parli, ma che ne parli.
Il resto lo lascio al prossimo post dal titolo “Dove stiamo andando?”
P.S.: con questo post inauguro anche la chiusura con citazione, che sia storica, da film o altro.